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Spontaneità e necessità

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“Prima dell’installazione l’area era occupata quasi interamente dalla vegetazione spontanea. Ciò che subito mi impressionò fu la forza vitale di piante nate nonostante l’avversità dell’ambiente. Desideravo salvarle ma nello stesso tempo trovavo opprimente la loro invadenza. La loro spontaneità era per così dire eccessiva: sottraeva aria e spazio”.

Le piante spontanee non scelgono liberamente di nascere, spuntano e basta, la necessità è intrinseca al loro esistere.
I bambini sono spontanei: sono di necessità quel che sono. Ma non per sempre. E’ una necessità anche quella della convivenza: tra gli esseri umani, alla quale educhiamo i piccoli secondo tappe progressive; tra gli esseri umani e gli altri abitanti del pianeta, vegetali e non, ai quali sottraiamo spazi per noi altrettanto vitali. E’ una necessità anche quella che anima la spontaneità di gesti come il porre un semplice tavolo protetto da una “incerata” nello spazio di verde incolto in una città, o una corda per il bucato tra due alberi, o giochi per i bambini, o ombrelloni per l’ombra etc..
Eppure c’è un limite oltre il quale la necessità si dissolve trascinando con sé ogni spontaneità. Dovremmo chiederci quale sia questo limite.